Dal culto della dea Bastet alle superstizioni medievali, fino al Maneki-Neko giapponese: ecco le storie e i miti più affascinanti sui gatti e il significato di questa giornata speciale.
I gatti non sono semplici animali domestici: sono creature magiche, divinità viventi, custodi di misteri millenari. Da Bastet all’Inquisizione, dal Giappone dei Maneki-Neko alle navi pirata, i gatti hanno attraversato la storia tra fascino, paura e venerazione. E oggi, 17 febbraio, in Italia, celebriamo la Giornata Nazionale del Gatto, un’occasione speciale per onorare una delle creature più affascinanti e misteriose del regno animale. I gatti, con il loro inconfondibile carisma, hanno accompagnato l’umanità per millenni, attraversando epoche e culture, amati come divinità o temuti come esseri sovrannaturali. Ma perché proprio il 17 febbraio? E quali antiche leggende si nascondono dietro questi eleganti felini?
La data è stata scelta nel 1990 grazie a un sondaggio lanciato dalla giornalista Claudia Angeletti sulla rivista “Tuttogatto”. La proposta vincitrice arrivò dalla signora Oriella Del Col, che individuò diversi motivi simbolici per la scelta di questo giorno. La data non è casuale, ma racchiude diversi significati legati al mondo felino. Vediamo quali.
Contenuti dell'articolo
- 1 Il numero 9 delle vite e il 17 della trasformazione
- 2 Febbraio: il mese del cambiamento e della rinascita
- 3 Acquario: segno zodiacale della libertà e dell’indipendenza
- 4 Il 17 febbraio è legato al Carnevale: il gatto e la maschera
- 5 Febbraio e l’equilibrio tra il giorno e la notte: il gatto come guardiano tra i due mondi
- 6 Il 17 in altre culture: dalla paura alla venerazione del gatto
- 7 Il Gatto tra Storia e Cultura: Da Divinità a Compagno di Vita
- 8 Il Gatto nell’Antico Egitto: Bastet, la Dea Gatto
- 9 Il Gatto nel Medioevo: Stregoneria e Persecuzione
- 10 Il Gatto in Giappone: Maneki-Neko, il Gatto Portafortuna
- 11 I Gatti e la Mitologia Nordica: Il Carro di Freyja
- 12 I Gatti e i Pirati: Guardiani della Fortuna
- 13 Il Gatto Oggi: Da Animale Mistico a Membro della Famiglia
Il numero 9 delle vite e il 17 della trasformazione
Il 17 è un numero controverso, spesso legato alla sfortuna in molte culture. Ma proprio come i gatti, che nel corso della storia hanno affrontato pregiudizi (basti pensare alla loro persecuzione nel Medioevo), il numero 17 viene qui riscattato e trasformato in simbolo di fortuna. Il gatto ha sempre sfidato le superstizioni e si è imposto come animale amato e venerato, proprio come il numero 17, che può essere visto come un numero di rinascita.
Nella numerologia, il 17 è associato a intuizione, spiritualità e trasformazione interiore. Anche il gatto è un simbolo di mistero e saggezza, un animale che incarna la connessione tra il mondo terreno e quello esoterico. Proprio per questo, il 17 può rappresentare la capacità del gatto di adattarsi e sopravvivere, una qualità fondamentale della sua natura.
Se sommiamo le cifre del numero 17 (1+7) otteniamo 8, un numero che in molte culture rappresenta l’infinito e la capacità di rigenerarsi, proprio come le vite dei gatti. Il numero 9, che rappresenta le nove vite del gatto, è simbolo di completamento e saggezza, caratteristiche attribuite ai gatti.
Febbraio: il mese del cambiamento e della rinascita
Febbraio è il mese in cui molti gatti randagi iniziano la stagione riproduttiva, un simbolo di nuove nascite e cicli di vita, proprio come il concetto delle nove vite del gatto.
Acquario: segno zodiacale della libertà e dell’indipendenza
Il segno dell’Acquario, dominante a febbraio, è spesso associato a individui intelligenti, ribelli, anticonformisti e indipendenti. Chi meglio dei gatti incarna queste caratteristiche?
Il 17 febbraio è legato al Carnevale: il gatto e la maschera
Febbraio è anche il mese del Carnevale, una festa in cui si indossano maschere. Il gatto, con la sua natura enigmatica e mutevole, sembra indossare una maschera invisibile, alternando momenti di affetto a momenti di indipendenza. Proprio come nel Carnevale, il gatto è un animale che si adatta alle situazioni con eleganza e astuzia, pronto a sorprendere, avvolto sempre da un alone di mistero.
Febbraio e l’equilibrio tra il giorno e la notte: il gatto come guardiano tra i due mondi
Febbraio è un mese in cui le ore di luce iniziano ad allungarsi, ma le notti sono ancora lunghe. Il gatto è un animale crepuscolare, attivo tra il giorno e la notte, e rappresenta l’equilibrio tra i due mondi, tra luce e ombra, tra domesticità e selvaticità. Questo rende il 17 febbraio una data perfetta per celebrarlo come simbolo di equilibrio, dualità e mistero.
Il 17 in altre culture: dalla paura alla venerazione del gatto
In Giappone, il 17 non è un numero sfortunato, e il gatto è considerato portatore di prosperità (Maneki-Neko), mentre in alcune tradizioni nordiche e celtiche, il 17 è un numero legato agli spiriti guida e alla saggezza animale. Questo numero è considerato sfortunato in molte culture e si lega alla reputazione del gatto come animale misterioso, spesso associato alla magia o alla stregoneria. Tuttavia, la sua lettura in numeri romani (XVII) può essere anagrammata in “VIXI”, che in latino significa “ho vissuto”.
Tutti questi elementi ci fanno capire che il 17 febbraio non è stato scelto a caso, ma è una data che riflette perfettamente la natura unica e straordinaria del gatto. È il giorno ideale per riscattare le superstizioni, celebrare la libertà e l’indipendenza felina, e riconoscere il gatto come un compagno di vita speciale.
Ma il legame tra i gatti e l’umanità non si ferma qui: da millenni, i felini sono protagonisti di miti e leggende in tutto il mondo. Ecco alcune delle storie più affascinanti che li vedono protagonisti.
Il Gatto tra Storia e Cultura: Da Divinità a Compagno di Vita
La storia del gatto ed il suo intreccio con l’uomo è ricca di aneddoti, leggende, miti e racconti che spaziano dalla venerazione alla persecuzione, dalla magia alla divinità creando attorno al gatto il tutto e il suo contrario.
Il Gatto nell’Antico Egitto: Bastet, la Dea Gatto
Nell’Antico Egitto, i gatti erano venerati come esseri sacri, in quanto ritenuti incarnazioni della dea Bastet, simbolo di protezione, fertilità, gioia e armonia domestica, e chi faceva loro del male rischiava pene severissime. Bastet era inizialmente raffigurata come una leonessa feroce, ma con il tempo assunse le sembianze di un gatto con il corpo di donna. Gli Egizi amavano e rispettavano profondamente i gatti, al punto che la loro uccisione (anche accidentale) era punibile con la morte. Si credeva che Bastet proteggesse le case dagli spiriti maligni e dai topi, e per questo molti templi e abitazioni ospitavano gatti sacri. Quando un gatto moriva, i proprietari egizi si radevano le sopracciglia in segno di lutto perché, come tramandatoci dallo storico greco Erodoto, ritenevano che “la bellezza se n’era andata con lui”. Inoltre, si dice che durante le guerre, i Persiani abbiano sfruttato questa venerazione, “lanciando” gatti contro gli eserciti egiziani per impedirgli di attaccare! Questa versione è sicuramente più romanzata rispetto alla realtà. L’episodio più famoso si riferisce alla Battaglia di Pelusio (525 a.C.), combattuta tra l’Impero Persiano di Cambise II e l’Egitto dei faraoni, all’epoca sotto il dominio del faraone Psammetico III. Secondo gli scritti dello storico greco Polieno, i Persiani conoscevano l’adorazione che gli Egizi avevano per gli animali sacri, in particolare per i gatti. Per sfruttare questa venerazione a loro vantaggio, Cambise II adottò una strategia psicologica senza precedenti. Fece dipingere immagini di Bastet e di altri animali sacri sugli scudi dei suoi soldati, in modo che i guerrieri egiziani esitassero ad attaccare per timore di offendere la divinità. Si dice che i Persiani abbiano liberato gatti sul campo di battaglia o addirittura li abbiano portati con sé come “scudi viventi”, sapendo che i soldati egiziani avrebbero evitato di ferire gli animali per paura di punizioni divine. Il risultato fu devastante: gli Egizi si ritirarono per non rischiare di uccidere i gatti e subirne le conseguenze religiose. I Persiani vinsero la battaglia e conquistarono l’Egitto.
Il Gatto nel Medioevo: Stregoneria e Persecuzione
Nel Medioevo europeo, il gatto passò dall’essere una creatura venerata a essere visto come un animale demoniaco. Durante i processi dell’Inquisizione, si diffuse la credenza che i gatti fossero familiari delle streghe, ovvero spiriti maligni o manifestazioni del Diavolo. Il gatto nero in particolare veniva considerato una presenza maligna, capace di portare sfortuna. Secondo una leggenda medievale, le streghe potevano trasformarsi in gatti e muoversi di notte inosservate. Inoltre, si credeva che i gatti rubassero l’anima ai bambini durante il sonno e che fossero gli artefici delle carestie e delle pestilenze. La caccia ai gatti, soprattutto neri, raggiunse il culmine nel XIV secolo, durante la peste nera. Ironia della sorte, la drastica riduzione del numero di gatti portò a una proliferazione incontrollata di ratti, principali vettori della malattia.
Il Gatto in Giappone: Maneki-Neko, il Gatto Portafortuna
In Giappone, il Maneki-Neko è una delle icone più popolari. Questa statuetta raffigura un gatto con una zampa sollevata in segno di saluto e si dice che porti fortuna e prosperità. Forse non tutti sanno che il Maneki-Neko con la zampa sinistra alzata attira clienti, mentre quello con la zampa destra porta ricchezza e prosperità economica. Una delle leggende più famose narra la storia di un monaco che viveva in un tempio povero. Un giorno, durante un temporale, un samurai trovò rifugio sotto un albero vicino al tempio. Notò un gatto che gli faceva cenno di avvicinarsi, e proprio quando si mosse, un fulmine colpì l’albero dove si trovava prima. Il samurai, riconoscente, donò ricchezze al tempio, che prosperò grazie al gatto “miracoloso”.
I Gatti e la Mitologia Nordica: Il Carro di Freyja
Nella mitologia norrena, Freyja, la dea dell’amore, della fertilità e della guerra, era associata ai gatti. Si diceva che il suo carro fosse trainato da due grandi gatti selvatici, donati dal dio Thor. Freyja era una divinità potente e indipendente, e i suoi gatti incarnavano il suo spirito libero e misterioso. Per questo, nei tempi antichi, chi trattava bene i gatti veniva benedetto con amore e fortuna, mentre chi li maltrattava poteva incorrere nella sfortuna. Da ciò nasce l’usanza nei matrimoni vichinghi di regalare gattini alle spose come simbolo di prosperità e felicità coniugale!
I Gatti e i Pirati: Guardiani della Fortuna
I gatti erano compagni inseparabili dei pirati e dei marinai, perché tenevano lontani i topi dalle provviste e dalle corde delle navi. Alcune leggende raccontano che un gatto a bordo fosse segno di buon auspicio, e chiunque facesse loro del male rischiava di incorrere nella furia del mare. Si credeva che un gatto a bordo fosse in grado di predire le tempeste: se si agitava, il mare sarebbe diventato burrascoso. In alcune tradizioni marinare, un gatto che cammina verso di te porta buona sorte, mentre se si allontana significa che arriverà una tempesta. I gatti sono guardiani silenziosi, capaci di proteggere e guidare chi sa rispettarli.
Il Gatto Oggi: Da Animale Mistico a Membro della Famiglia
Dopo secoli di miti e leggende, oggi il gatto è diventato un amico inseparabile per milioni di persone nel mondo. Con il suo fascino indipendente, le sue proprietà terapeutiche e la sua capacità di creare un legame profondo con gli esseri umani, ha conquistato un posto speciale nelle nostre vite.
Le leggende sui gatti raccontano di un animale misterioso, indipendente e potente, capace di adattarsi ai tempi e di rimanere sempre affascinante agli occhi dell’umanità. Che sia una divinità, un protettore o un compagno di vita, il gatto continua a incantare e a ispirare il mondo.
Misterioso come la notte, elegante come una divinità, indipendente come un saggio. Il gatto attraversa i secoli mantenendo il suo fascino intatto. Forse non sapremo mai davvero cosa pensano i gatti di noi… ma una cosa è certa: senza di loro, il mondo sarebbe molto meno magico.