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Un Lutto Disconosciuto

da | 2 Set, 2024 | Emozioni e Animali | 0 commenti

 

Torno con questo articolo a trattare un argomento a me molto caro già affrontato in passato: il lutto disconosciuto. Questa volta porterò a riferimento alcuni studi ed articoli scientifici che hanno analizzato le differenze tra il lutto “umano” ed il lutto “animale”. Esistono pubblicazioni che hanno esplorato il dolore psicologico delle persone associato alla perdita di animale domestico, evidenziando come tale perdita possa essere a livello emotivo devastante quanto quella di una persona cara. A causa del legame emotivo intenso e dell’amore incondizionato offerto dagli animali, la morte di un animale domestico può portare a un’esperienza di lutto che è spesso paragonabile, in termini di profondità e impatto psicologico, al lutto per la perdita di un essere umano. Sono convinta che chiunque abbia subito la perdita del proprio animale con il quale aveva instaurato una profonda relazione, non ha bisogno di nessuno studio scientifico per convalidare il proprio dolore ed affermare che questo sia paragonabile in termini di sofferenza a quello provato per una persona vicina. Credo, inoltre, che anche se gli studi dovessero mai dimostrare il contrario, di certo non cambierebbero il pensiero di tutti coloro che abbiano affrontato un lutto animale. Al giorno d’oggi, personalmente, posso affermare con certezza che la perdita della mia Nocciolina è stato il dolore più intenso, forte e profondo che abbia mai provato. In passato avevo già subito il lutto del mio amato Billy (e di altri animali) e anche quello fu devastante, ma in qualche modo, quello di Nocciolina è stato più intenso e forse riesco anche a capire il perché, ma di certo non è questa la sede dove sviscerare questo argomento. Sono certa che chiunque sia passato nel corso della vita attraverso più lutti animali, ne abbia percepito la differenza e l’unicità di ognuno e, certamente, non necessita di nessuna spiegazione.
Indubbiamente questo non vale per tutti. È doveroso sottolineare come tra le persone che vivono con un animale ci siano diversi tipi di relazione. Non tutti, infatti, instaurano una profonda relazione con loro ed è ovvio che per queste persone la perdita dell’animale non sia vissuta emotivamente e psicologicamente come quella di una persona cara.
Su uno dei libri più belli che siano mai stati scritti, Il Piccolo Principe di Antoine de Saint-Exupéry, possiamo leggere “È il tempo che hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa così importante”. Il libro tratta molti temi, tra cui anche quello della morte, e questa frase sottolinea l’importanza del tempo che è strettamente legato al tema della morte, ma nello stesso tempo sottolinea l’importanza dell’impegno e della relazione che si instaura con quel “qualcosa” o “qualcuno” a cui si dedica del tempo. In un certo senso si può dire che è una delle forme dell’Amore, il dedicare il nostro bene più prezioso: il tempo. La nostra presenza. Con questa famosa citazione voglio sottolineare che la differenza del tempo, in particolar modo della qualità del tempo, a cui seguirà la relativa profondità della relazione, a mio parere, farà la differenza sul come si vivrà il lutto. Il piccolo principe, infatti, non trascorreva del tempo passivo con la sua rosa, ma la curava, l’annaffiava, ci parlava, la proteggeva e si dedicava alla rosa. È questo che ha reso la sua rosa speciale, unica e diversa dalle altre.

 

 

Modelli di Lutto Applicati alla Perdita di un Animale Domestico

Un articolo di Cordaro, M. (2012) dal titolo “Pet-loss and Disenfranchised Grief. Implications for Mental Health Counseling Practice” (Perdita di animali domestici e dolore privato dei diritti. Implicazioni per la pratica della consulenza sulla salute mentale) concettualizza la perdita di un animale domestico utilizzando sia modelli tradizionali di lutto, come le fasi del lutto della dott.ssa Kübler-Ross (1969), sia modelli contemporanei come quello del doppio processo e del lutto adattivo. Prima di menzionare gli studi, analizziamo meglio i modelli che sono stati presi in considerazione.

Le fasi di Kübler-Ross, forse le più conosciute che comprendono negazione, rabbia, contrattazione, depressione e accettazione, sono state ampiamente utilizzate per descrivere le reazioni emotive alla perdita di una persona cara, e l’articolo suggerisce che queste stesse fasi si applicano anche al lutto per un animale domestico, seppur con alcune variazioni nelle modalità e nell’intensità delle reazioni.

Il modello a doppio processo, invece, suggerisce che il dolore per la perdita agisca in due modi principali e le persone oscillino tra di essi mentre soffrono. Questi modi descrivono due differenti modalità di comportamento adottato durante il lutto, noti come “orientato alla perdita” e “orientato al ripristino”. Ecco perché viene chiamato modello a doppio processo. Nella prima modalità di comportamento troviamo i cosiddetti fattori di stress orientati alla perdita che fanno pensare alla persona persa o, in generale alla perita subita, e sono i pensieri, i ricordi, i sentimenti e tutto ciò che riportano l’attenzione sul dolore della perdita. Emozioni come tristezza, rabbia e solitudine possono essere sollecitate da questi fattori di stress. Nella seconda modalità di comportamento, invece, troviamo i fattori di stress orientati alla restaurazione, ovvero tutte quelle cose che, anche solo per poco, distraggono dal dolore e permettono di andare avanti nella vita di tutti i giorni. Ciò consente di prendersi “una pausa” dal dolore. Guardare un film non troppo impegnativo, fare la spesa, pulire casa, tornare ad occuparsi degli impegni sul lavoro, seguire una ricetta culinaria o dedicarsi ad una attività fisica sono esempi di fattori di stress orientati alla restaurazione. Stroebe e Schut, l’ideatori di questo modello, affermano che le persone in lutto dovrebbero muoversi attraverso questa oscillazione comportamentale tra queste due modalità in modo da affrontare la perdita un po’ alla volta mentre ci si muove dentro e fuori il dolore profondo.

Infine, il lutto adattativo, è un concetto sviluppato da diversi studiosi, principalmente in relazione al modello del doppio processo di Stroebe e Schut a cui è fortemente collegato, e rappresenta un modo sano di affrontare il dolore della perdita, permettendo alle persone di vivere il lutto in modo funzionale e integrativo. Il lutto adattativo è un concetto utilizzato per descrivere il processo di elaborazione del lutto che è considerato sano e funzionale. Si riferisce alla capacità di un individuo di affrontare, accettare e adattarsi alla perdita di una persona cara o, in generale, di qualcosa di significativo, in modo tale da integrare l’esperienza della perdita nella propria vita e proseguire in maniera costruttiva. Questo tipo di lutto permette alla persona di trovare nuovi significati, ristabilire un equilibrio emotivo e continuare con la propria vita mantenendo un legame con il soggetto o oggetto della perdita, ma senza essere paralizzato dal dolore.

 

Reazioni al Dolore e Impatto del Lutto Delegittimato

Tornando all’articolo pubblicato da Cordaro, il modello del doppio processo, applicato alla perdita di un animale domestico, suggerisce che i proprietari in lutto alternano momenti di confronto diretto con la perdita (lutto) a momenti di evitamento (gestione delle necessità quotidiane), un processo che può essere complicato dal mancato riconoscimento sociale del loro dolore.

Le reazioni generali al dolore per la perdita di un animale domestico includono non solo tristezza e dolore, ma anche sentimenti di rabbia, colpa, e un senso di vuoto legato alla perdita di un compagno fedele. Tuttavia, una delle sfide più significative per chi vive questa esperienza è l’assenza di riconoscimento sociale e il supporto emotivo, un fenomeno descritto come “lutto delegittimato” (“disenfranchised grief”). La società spesso minimizza l’impatto della perdita di un animale, suggerendo soluzioni semplicistiche come “prenderne un altro” o incoraggiando a superare rapidamente il dolore, un consiglio che raramente sarebbe dato a chi ha perso un caro umano.

 

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Studi Scientifici sulla Gravità del Dolore per la Perdita di un Animale

Altri studi sono in linea con questa tesi, come quello di Bianca F. Lavorgna e Vicki E. Hutton del 2019 e possiamo leggerne i dati sulla loro pubblicazione scientifica dal titolo Grief severity: A comparison between human and companion animal death (Gravità del lutto: un confronto tra la morte umana e quella degli animali da compagnia). Lo studio condotto su 50 partecipanti di età compresa tra 18 e 65 anni in Australia ha esaminato le esperienze di lutto di persone che avevano subito la morte di un essere umano (n = 35) o di un animale domestico (n = 15). I partecipanti hanno completato questionari online che misuravano la gravità del dolore, il supporto sociale percepito e la connessione emotiva con il defunto. I risultati hanno mostrato che non c’erano differenze significative tra i livelli di gravità del lutto nei due gruppi. Tuttavia, le analisi qualitative hanno evidenziato le complessità nel tentare di confrontare queste esperienze di lutto. Questo studio suggerisce che la gravità del dolore è fortemente influenzata dal supporto sociale percepito e dalla connessione emotiva con il defunto, piuttosto che dal tipo di perdita stessa.

Su un’altra pubblicazione scientifica scritta tre anni prima, nel 2016, da Lizabeth M. Eckerd, James E. Barnett e Latishia Jett-Dias intitolata Grief following pet and human loss: Closeness is key (Dolore per la perdita di un animale domestico e di un essere umano: la vicinanza è la chiave), troviamo già citata l’importanza della vicinanza sociale a coloro che hanno subito un lutto. Lo studio ha confrontato la gravità del dolore e i suoi predittori in due campioni equivalenti di studenti universitari che avevano sperimentato la morte di un animale domestico (n = 211) o di una persona (n = 146) negli ultimi due anni. Lo studio mirava a rispondere a due quesiti: il primo in merito alla presenza o meno di differenze nell’esperienza tra il lutto vissuto per la perdita di una persona rispetto a quello vissuto per la perdita di un animale, mentre il secondo cercava di capire quali fossero i predittori per la severità del lutto tra la vicinanza, le settimane trascorse dalla perdita, il genere, le cause e il tipo di perdita. I risultati relativi al primo quesito hanno indicato che il campione di morte umana ha riportato una maggiore gravità del dolore ma le dimensioni dell’effect size, ovvero dell’indice che descrive la forza della relazione tra le variabili prese in considerazione, erano piccole. La divergenza riguardo alla gravità del lutto nei due gruppi, quindi, era presente ma non così rilevante. Per entrambi i campioni in merito al secondo quesito, la vicinanza al defunto è emersa come il più forte predittore della gravità del dolore, suggerendo che l’intensità del legame emotivo con il defunto è un fattore critico nel determinare l’esperienza di lutto. Più è profonda la relazione con il defunto più aumenta la sofferenza durante il lutto. Ciò significa che non dipende dal tempo trascorso dalla morte, né tantomeno dalle cause e ancor meno dal tipo di animale a determinarne la gravità, ma piuttosto il profondo legame emotivo di vicinanza che si aveva con il defunto. È irrilevante, quindi, se il soggetto defunto sia umano o animale-non-umano, ai fini della severità del dolore. A differenza del lutto umano, però, ad inficiare sul dolore per la perdita di un animale, c’è l’ulteriore aggravamento del fatto che a livello sociale quest’ultimo non sia legittimato, portando il soggetto colpito dal dolore ad affrontare la sofferenza in solitudine e a mascherare in pubblico le proprie emozioni. Per fortuna non sempre accade. A volte qualcuno ha la fortuna di essere circondato da persone che comprendono il dolore per la perdita del proprio animale e sono supportate nel periodo di profonda sofferenza.

Development of the Pet Bereavement Questionnaire (Sviluppo del questionario sul lutto di animali domestici) di Melissa Hunt e Yaniz Padilla è un’ulteriore pubblicazione che mira a studiare l’impatto psicologico che si ha in merito alla perdita di un animale domestico in quanto lo stress subito può essere un fattore di rischio per la depressione. Per studiare ciò questo studio ha sviluppato il Pet Bereavement Questionnaire (PBQ). Il PBQ ha mostrato una buona affidabilità interna (α di Cronbach = 0,87) tenendo in considerazione tre fattori distinti che valutano il dolore, il senso di colpa e la rabbia. In linea con i risultati degli altri studi sopracitati, i dati hanno evidenziato che il dolore era fortemente interdipendente all’attaccamento all’animale domestico, mentre la rabbia e il senso di colpa erano relazionate ai sintomi depressivi. Inoltre, il PBQ è stato in grado di distinguere tra coloro che cercavano un supporto dopo la perdita del proprio pet (ed erano coloro che manifestavano una severità del lutto più elevata) e coloro che riconoscevano semplicemente la perdita avvenuta. Questo ha fatto emergere come il PBQ possa essere uno strumento molto utile non solo ai fini della ricerca ma anche per i professionisti in ambito clinico che potrebbero meglio identificare e di conseguenza aiutare in modo più mirato, tutte quelle persone in lutto per la perdita del proprio animale che beneficerebbero di un supporto ed affiancamento psicologico.

 

Implicazioni per la Consulenza sul Lutto e Risorse di Supporto

Gli studi, in definitiva, ci suggeriscono che i consulenti e i professionisti in ambito clinico che riconoscono e convalidano tutte le implicazioni che si celano dietro la perdita di un animale domestico, possono aiutare a restituire dignità e visibilità a un dolore spesso troppo sottovalutato. L’uso della consulenza sul lutto, delle risorse di auto-aiuto e delle comunità di supporto può contribuire a mitigare l’impatto negativo del “lutto delegittimato“. È essenziale che i terapeuti comprendano la profondità del dolore che può accompagnare la perdita di un animale domestico e forniscano un sostegno adeguato a chi lo vive.

È importante che chi è colpito dal lutto sappia che può chiedere supporto a professionisti senza sentirsi inadeguato o esagerato. Spesso, la vergogna e la paura di essere giudicati o non compresi spingono le persone a vivere il dolore in solitudine. La sofferenza, indipendentemente dalla sua causa, non dovrebbe mai essere giudicata. Se non ci si sente compresi da chi ci sta vicino, si può sempre cercare aiuto da professionisti che siano in grado di capire il dolore, sia a livello cognitivo che emotivo ed empatico.

I fiori di Bach, l’agopuntura, la psicoterapia, la naturopatia, il TuiNa, l’aromaterapia e moltissimi altri strumenti di supporto possono essere di grande aiuto durante il periodo di sofferenza. Ognuno sceglie in base al professionista con cui si sente più affine e nulla esclude che ci si possa avvalere di più strumenti contemporaneamente.

Vorrei infine sottolineare che il lutto non è vissuto solo dagli esseri umani. In famiglie multispecie, dove convivono più animali domestici, la perdita di uno di essi può avere un impatto significativo anche sugli altri animali. Questi possono attraversare un periodo di sofferenza sia per il legame diretto con l’animale defunto, sia per l’influenza indiretta delle emozioni dei familiari umani, che percepiscono e assorbono. Tuttavia, approfondiremo il tema del lutto degli animali domestici in un altro articolo. Per ora, è importante essere consapevoli che anche loro possono sentire la perdita di un caro amico, umano o animale, e che possiamo offrire loro sostegno in questi momenti difficili.

 

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Conclusione

In conclusione, la perdita di un animale domestico è un’esperienza di lutto complessa e profondamente personale, che può essere paragonata al lutto per una persona cara in termini di intensità e impatto psicologico. Gli studi scientifici mostrano che la gravità del dolore dipende in gran parte dal supporto sociale percepito e dalla vicinanza emotiva al defunto, piuttosto che dal tipo di perdita stessa. Pertanto, riconoscere e validare il lutto per un animale domestico è fondamentale per supportare adeguatamente chi ne soffre, restituendo dignità a una forma di dolore che la società tende spesso a ignorare.

 

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Dott. Francesca Alcinii | Dottore in Tutela e Benessere Animale | Consulente Certificata Fiori di Bach per persone e animali – BFRP e BFRAP | Operatore Esperto in Zoofarmacognosia Applicata e Aromaterapia del cane e del gatto | Operatore esperto in Etologia Relazionale | Educatore Cinofilo FICSS – ASI – ThinkDog

 

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